Morbo di Haglund

Morbo di Haglund - dott. federico fofi

Il morbo di Haglund è un’infiammazione che si manifesta con una zona prominente dolorosa accompagnata da ipercheratosi e segni infiammatori sulla faccia posteriore ed esterna del calcagno giusto in prossimità dell’inserzione del tendine d’Achille.

La calzatura inadeguata, usata durante l’attività sportiva o le normali attività lavorative, comprime il tendine contro il calcagno sporgente causando forte dolore. Fu descritta per la prima volta nel 1928 da Haglund; si presenta fondamentalmente in giovani tra 15 e 30 anni ed è solitamente bilaterale.

Le cause che determinano il morbo di Haglund possono essere anatomiche o funzionali. Nelle prime si osserva un aumento della tuberosità postero superiore o postero esterna del calcagno; a volte l’esistenza di un varismo del calcagno può determinare la prominenza della porzione postero-laterale pur non essendo presente una tuberosità ossea evidente.

Tra le cause funzionali l’aumento dell’attività fisica, sportiva o lavorativa, può favorire l’insorgere di processi infiammatori che possono evolvere in una situazione cronica associata ad ipercheratosi, eritema ed aumento della sensibilità dolorosa. In altre occasioni, molto meno frequenti, si può osservare un quadro infiammatorio acuto della borsa retro calcaneare, con sintomatologia caratteristica della borsite acuta.

La malattia ha decorso benigno e può essere trattata con metodi conservativi quali:

  • utilizzo di calzature adeguate con la porzione posteriore rialzata in modo da evitare che il bordo della scarpa causi sfregamento e dolore contusivo nella zona infiammata;
  • le infiltrazioni non sono considerate un metodo risolutivo e sarebbe meglio evitarle per non causare eventuali danni al tendine d’Achille;
  • farmaci antiinfiammatori locali o per via generale.

La guarigione completa richiede tempo, anche un paio d’anni; se il trattamento medico non porta beneficio, è possibile intervenire con il trattamento chirurgico con tecnica percutanea mininvasiva da utilizzarsi solo per la semplice eliminazione della sporgenza ossea del calcagno.

Qualora siano presenti calcificazioni ossee in corrispondenza dell’inserzione del tendine d’Achille associate magari ad una severa degenerazione dello stesso, sarà opportuno intervenire con la chirurgia aperta per evitare la possibile rottura del tendine.