Neuroma di Morton

Neuroma di Morton - dott. federico fofi

Il neuroma di Morton e’ un fastidioso rigonfiamento del nervo interdigitale che si trova fra le teste metatarsali e che scatena crisi dolorose intermittenti di tipo nevralgico; interessa in particolar modo i soggetti di sesso femminile di età compresa tra i 25 e i 50 anni.

Tecnicamente si tratta di una “fibrosi perineurale”, ossia di una formazione di tessuto cicatriziale fibroso causata dalla continua frizione sul nervo delle adiacenti ossa metatarsali e del legamento intermetatarsale profondo che, a livello del terzo spazio, sono più mobili rispetto ad altre parti del piede.

Di norma il neuroma di Morton è localizzato nello spazio fra il terzo e il quarto metatarso ma anche in quello tra il secondo e il terzo, tra il quarto e quinto e, anche se molto più raramente, tra il primo e il secondo.

L’eziologia del neuroma di Morton è multifattoriale; le cause più frequenti sono:

  • uso di calzature non adeguate, poco comode e non fisiologiche;
  • appoggio plantare scorretto;
  • scompensi di tipo posturale;
  • disturbi a livello neurologico;
  • alluce rigido;
  • alluce valgo;
  • alterazioni morfologiche del piede (piede cavo e piede piatto);
  • lassità dei legamenti;
  • artrite reumatoide;

La sintomatologia del neuroma di Morton è abbastanza caratteristica. Il dolore, di tipo nevralgico è di notevole intensità; si avvertono bruciore, la sensazione di scossa elettrica e l’impellenza di togliere la calzatura. Le sensazioni dolorose sono più frequenti durante la deambulazione, ma, per quanto ciò avvenga più raramente, possono essere avvertite anche a riposo. In molti casi si hanno parestesie, intorpidimento e un calo della sensibilità.

La diagnosi del neuroma di Morton è essenzialmente di tipo clinico e l’esame viene confermato dall’esame ecografico e dalla risonanza magnetica.

Di norma il piede non presenta particolari alterazioni di tipo morfologico anche se non è raro, trovare associate alla patologia, alterazioni a carico dell’avampiede quali alluce valgo, metatarsalgie o dita in griffe.
Alla palpazione della zona interessata il paziente avverte forte dolore alla pressione e positività dello squeeze test, cioè la stretta dell’avampiede.

Nel trattamento del neuroma di Morton è importante la precocità della diagnosi; entro i primi sei mesi è possibile un approccio con metodi conservativi (es. farmaci antinfiammatori, infiltrazioni di cortisone a livello locale, terapie di tipo fisico). I plantari non vengono solitamente prescritti in quanto il loro utilizzo non sortisce, in genere, alcun effetto rilevante.

Se la sintomatologia dura da più di sei mesi o da anni è quasi sempre necessario un intervento chirurgico che, a seconda della grandezza del neuroma, può essere effettuato con tecnica percutanea o tecnica aperta.

Con il primo metodo il nervo viene praticamente liberato ossia si effettuano piccole osteotomie decompressive a livello del collo dei metatarsi e si seziona il legamento intermetatarsale in modo da permettere al nervo di occupare uno spazio più grande e non essere così costretto tra le ossa. Nel caso in cui il nervo sia considerevolmente infiammato e le sue dimensioni superiori al mezzo centimetro è opportuno scegliere l’asportazione chirurgica a cielo aperto con la quale il neuroma viene fisicamente rimosso.

L’asportazione non provoca problemi nel movimento delle dita, dato che il nervo interdigitale ha caratteristiche unicamente di tipo sensitivo; può presentarsi una leggera diminuzione della sensibilità della cute nella zona interessata dall’intervento.  L’intervento chirurgico è eseguito in anestesia locale; dopo l’intervento la deambulazione è buona e tutti i disturbi spariscono di norma dopo pochi mesi.

In alternativa all’intervento chirurgico può essere eseguita una procedura con la tecnica di alcolizzazione ecoguidata che consiste nella devitalizzazione selettiva del neuroma con alcool e anestetico, il tutto sotto guida ecografica e in anestesia locale. La procedura non presenta particolari complicazioni e può essere ripetuto ogni 15 giorni fino alla scomparsa del dolore.